Pensieri da condividere





Ciao a tutti, in questa pagina ho deciso di condividere con voi pensieri, preghiere e tutto cio' che mi sembra importante diffondere, anche se non è legato alla creatività!
"Tessilmente" vuole essere per me un angolo in cui fantasia e realtà quotidiana si intrecciano come in un tessuto......ecco perchè mi piace quindi condividere pensieri ed esperienze legate alla mia vita e alla mia  famiglia!
Veronica
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Sempre a favore della vita!






  • NON GETTARE IL TUO BAMBINO, TELEFONA !!

    Sos vita è un telefono “salva-vite”, che aspetta soltanto la tua chiamata.
    Vuole salvare le mamme in difficoltà e, con... loro, salvare la vita dei figli che ancora esse portano in grembo.
    E quasi sempre ci riesce, perché con lui lavorano 250 Centri di aiuto alla vita.

    Il Movimento per la vita lo ha pensato per te

    Puoi parlare con questo telefono da qualsiasi luogo d’Italia: componi sempre lo stesso numero: 800813000.

    Risponde un piccolo gruppo di persone di provata maturità e capacità, fortemente motivate e dotate di una consolidata esperienza di lavoro nei Centri di aiuto alla vita (Cav) e di una approfondita conoscenza delle strutture di sostegno a livello nazionale. La risposta, infatti, non è soltanto telefonica.

    Questo telefono non ti dà soltanto ascolto, incoraggiamento, amicizia, ma attiva immediatamente un concreto sostegno di pronto intervento attraverso una rete di 250 Centri di aiuto alla vita e di oltre 260 Movimenti per la vita sparsi in tutta Italia.

    (M.Grazia)
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  • Una mamma decide di non abortire vedendo il sorriso del suo bimbo durante l'ecografia

    Non è affatto facile decidere di portare avanti una gravidanza quando i m...edici, a malincuore, ti dicono che la creatura che stai per partorire non potrà né camminare né parlare, e che una grave malformazione al cervello la costringerà ad aver bisogno di assistenza 24 ore su 24! Nonostante tutto, ignorando la “soluzione” abortista proposta da alcuni medici del Birmingham Children’s Hospital, una giovane mamma anglosassone, Katyia Rowe, – insieme al marito Shane Johnson – ha deciso di far nascere il piccolo Luciano. “Era il mio dovere di madre – rivela Katyia – Meritava di vivere. Nonostante tutto quello che mi veniva detto avevo in mente solo lui era una gioia da guardare”. Attraverso un’ecografia tridimensionale, infatti, Katyia e Shane hanno potuto osservare il sorriso del proprio bambino, e grazie a quell’immagine e a quel particolare sorriso la giovane coppia ha deciso di non interrompere la gravidanza.
    XX “Le altre ecografie sono state fatte per valutare l’entità della sua disabilità, ma quando l’ho visto sorridere e giocare dentro di me sapevo che non potevo più abortire. Se fosse riuscito a sorridere e giocare pensavo quindi che nonostante le sue disabilità meritasse di godere di ogni momento della vita, non importa quanto breve. Proprio perché la sua vita sarebbe stata più breve o diversa, non voleva dire che non meritava di viverla. E’ stato uno shock, ma eravamo entusiasti. Shane ed io eravamo così eccitati in attesa della nascita. Avevamo tanti progetti per il futuro e non vedevamo l’ora di incontrare il nostro bambino”.
    La giovane coppia sapeva anche che il bambino, con molta probabilità, non sarebbe riuscito a vivere che per poche ore (così, infatti è stato), quel sorriso però li aveva ormai conquistati e bisognava andare avanti. “Sono stata mamma di Luciano – prosegue Katyia – solo per nove ore, ma ne è valsa la pena dopo tutto quello che abbiamo passato”. “L’amore e la gioia che ho provato nel momento in cui Lucian è stato messo tra le mie braccia mi ha fatto pensare che ne era valsa la pena. Ho pensato a quando anche solo per un momento avevo considerato di abortire, ma Lucian mi ha insegnato che essere mamma è la cosa più bella del mondo e gli sarò sempre grata per questo. Non sapevamo quanto sarebbe sopravvissuto ma durante la gestazione avevamo imparato che gli piaceva l’acqua, quando il mio compagno me la spruzzava sulla pancia lui scalciava e sembrava facesse le capriole”.
    L’amore non ha paura, Katyia e Shane lo hanno capito subito e hanno voluto condividerlo – anche per poche ore – con il proprio bambino, capace di rispondere con un sorriso ai dubbi e alle incertezze che si insinuano nella mente dei genitori quando bisogna decidere della vita di una creatura.
    Lucian è nato il 23 ottobre al Royal Shrewsbury Hospital, Shrops, ed è stato immediatamente affidato a cure speciali. Poco dopo, le ostetriche hanno avvertito la coppia che il loro figlio aveva pochi minuti di vita.
    Lucian è stato posto tra le braccia della mamma Katyia e ha anche incontrato i suoi nonni prima della sua morte serena.

    Katyia ha detto: "Mio figlio stava morendo, ma non riuscivo a smettere di sorridere perché mi sentivo così benedetta, onorata e privilegiata di avere la possibilità di coccolarlo, grazie a questo ho potuto salutarlo correttamente dopo tutto quello che avevamo passato insieme."

    "Certo che è difficile senza di lui. Mi manca ogni minuto ".

    (M.Grazia)




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A questo link trovate consigli per la coppia, che siate genitori o meno, che siate Cristiani o no, leggete questi suggerimenti,a me sono piaciuti molto, ora pero' bisogna metterli in pratica!

http://www.preghiereperlafamiglia.it/OF/obiettivo-famiglia-2012-03.htm

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Tratto da "testimonianze sugli Angeli":

UN RAGAZZO MAI VISTO CHE SAPEVA IL MIO NOME

A narrare questa vicenda è una donna di nome Euphie Eallonardo: "Fu sconsiderato da parte mia voler fare una passeggiata prima dell'alba nel labirinto di viuzze alle spalle del terminal degli autobus, in una città peri­colosa come Los Angeles. Ma ero giovane ed arrivavo per la prima volta nella metropoli. Il colloquio che dovevo sostenere per ottenere un posto di lavoro era fissato per cinque ore più tardi e non seppi trattenermi dall'esplo­rare i dintorni. A un tratto mi resi conto di essermi perduta per i vicoli e, voltandomi, vidi tre uomini che mi seguivano cercando di non farsi notare. Tremando di paura, feci quello che faccio sempre quando mi trovo in diffi­coltà: piegai la testa e chiesi a Dio di salvarmi. Risollevando lo sguardo vidi un quarto uomo che si avvicinava dall'oscurità e pensai di essere per­duta. Sebbene fosse molto buio, potei distinguere bene le fattezze del gio­vane: indossava una camicia bianca e un paio di jeans. Aveva in mano un cestino per le provviste ed era pressappoco sulla trentina, senz'altro più alto di un metro e 80. Aveva un'espressione severa sul volto, ma era bellis­simo; non ci sono altre parole per definirlo. Istintivamente, corsi verso di lui.
"Mi sono persa e degli uomini mi stanno seguendo" gli dissi disperata "Volevo fare una passeggiata fuori dalla stazione... Ho paura..." "Vieni" disse "Ti porto al sicuro!"
"Io... non so cosa mi sarebbe successo se lei non fosse venuto..." "Lo so io..." rispose, con voce profonda e sicura.
"Ho pregato che qualcuno mi venisse in aiuto appena prima di vederla". L'ombra di un sorriso gli apparve negli occhi e sulla bocca. Eravamo ormai vicini alla stazione. "Sei al sicuro, adesso" mi tranquillizzò, prima di lasciarmi.
"Non so come ringraziarla" dissi io con un certo fervore. Annuì soltanto con la testa: "Arrivederci Euphie". Mentre mi incamminavo verso l'atrio mi fermai di scatto. Euphie! Ave­va veramente usato il mio nome? Mi voltai di scatto e corsi fuori per chie­dergli come faceva a saperlo. Troppo tardi. Era già svanito".


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